editoriale

Il Bologna e la fortuna di avere Donadoni

È stata una settimana di duro lavoro, nonostante l’assenza dei nazionali, nonostante l’infortunio di Mattia Destro, nonostante non ci fosse la pressione di una partita nel week-end e nonostante la tranquillità emotiva che due...

Giacomo Bianchi

È stata una settimana di duro lavoro, nonostante l'assenza dei nazionali, nonostante l'infortunio di Mattia Destro, nonostante non ci fosse la pressione di una partita nel week-end e nonostante la tranquillità emotiva che due vittorie consecutive possono dare. Ma è stato necessario continuare ad allenarsi con intensità, perchè di lavoro da fare ce n'è ancora tantissimo e due vittorie positive come quelle contro Atalanta e Verona non devono fare pensare che d'ora in avanti il campionato del Bologna sarà in discesa. La partita contro la Roma, per quanto difficile e complicata, sarà un crocevia importante, e il Bologna potrà darsi delle risposte: il cambio di allenatore ha davvero cambiato la mentalità? Questo Bologna è davvero pronto a giocarsela con tutti? Si può sopperire con quello che si ha in rosa all'eventuale assenza di Mattia Destro? Di fronte ad una squadra forte ed organizzata come la Roma, i rossoblù saranno in grado di fornire una prestazione di livello, anche al di là del risultato? Vedremo, sono domande che è lecito porsi nella settimana che precede la gara, e le risposte si avranno poi sul campo.

Intanto, Donadoni sta lavorando proprio su alcuni di questi aspetti, perchè vuole che la sua squadra abbia un'identità ben precisa, sia tatticamente che psicologicamente: il Bologna dovrà affrontare tutte le avversarie allo stesso modo, sia che si giochi contro la prima in classifica, sia che si giochi contro l'ultima. Poi, è vero che le partite sono decise dagli episodi e dalle situazioni che accadono nei novanta minuti, però bisogna anche essere bravi e predisposti a crearsele, queste occasioni. E così il “nuovo” Bologna è una squadra che fa tanti allenamenti con la palla, che gioca tante partitelle alternando il campo corto e il campo regolare, e che lavora tanto sul piano tattico provando diverse soluzioni offensive. Mi piace la nuova aria che si respira a Casteldebole, che va oltre il fatto di essere usciti dalle ultime tre, ma che viene dalla condizione psicologica di questi ragazzi, che avevano bisogno di una scossa improvvisa per tornare a galla dopo alcune settimane di apnea. La cura Donadoni sta dando i suoi frutti, è sotto gli occhi di tutti, e vorrei continuare ad elogiare il mister, che ieri ha ricevuto il premio Facchetti, un riconoscimento che viene conferito a chi nel mondo del calcio si è contraddistinto per la lealtà e la correttezza nel corso dell'ultimo anno. Direi che quanto successo a Parma, al di là dell'epilogo, abbia messo in luce di cosa è capace Donadoni: una persona di primo livello, capace di tenere unito un gruppo di ragazzi che rischiava di perdere tutti gli stimoli per quello che era il futuro annunciato della società.

Donadoni è stato bravo a tenere tutti uniti e ad evitare che la situazione andasse addirittura peggio di quanto poi è successo. È servita a Donadoni, la scorsa stagione, e sta servendo anche al Bologna. Certo, le due situazioni sono estremamente diverse, ma hanno anche alcuni punti in comune, su tutti il fatto che qui ci sia un gruppo di ragazzi che ha grandi potenzialità, ma che aveva bisogno di essere spronato per risalire. Donadoni, lo scorso anno, ha vissuto forse la peggiore situazione che un professionista del mondo del calcio possa passare, ma non si è arreso, ha continuato il suo lavoro dimostrando di essere un grande uomo, e alla fine, moralmente, ne è uscito vincitore. Quello che ha passato è servito da lezione anche per lui, e sta trasmettendo al suo Bologna quanto ha appreso lo scorso anno. Abbiamo la fortuna di avere al comando una persona vera, capace e preparata. Abbiamo la fortuna di avere un grande allenatore, cosa che va al di là del suo glorioso passato. Che i giocatori lo seguano, ne possono solo trarre beneficio

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