editoriale

I punti non arrivano, il Bologna arriverà: la strada è giusta

C’è andato vicino il Bologna a conquistare il primo punto della sua stagione, ma a pochi minuti dalla fine un rimpallo sfigato su Diawara ha mandato in porta Floro Flores: Mirante fulminato, uno a zero e travaso di bile per tutti....

Luca Lollini

C’è andato vicino il Bologna a conquistare il primo punto della sua stagione, ma a pochi minuti dalla fine un rimpallo sfigato su Diawara ha mandato in porta Floro Flores: Mirante fulminato, uno a zero e travaso di bile per tutti. Peccato, perché questo Bologna avrebbe meritato senza dubbio il pareggio. Peccato, perché zero punti in due giornate erano un bottino sì prevedibile ma essere fermi al palo comunque non piace a nessuno. Peccato, perché nelle prossime due settimane forse emergerà qualche dubbio di troppo. Quando, invece, la strada imboccata dal Bologna penso sia davvero quella giusta.

I rossoblù, infatti, stanno comprensibilmente patendo sia il ritardo nella costruzione della squadra sia il fatto che, più che di una costruzione, si tratti di una rivoluzione. Lo schieramento titolare contro il Sassuolo era composto per otto undicesimi da giocatori nuovi, statistica che si ribalta tra le fila dei neroverdi. Si è visto, sì, ma francamente non in maniera così marcata come mi sarei invece aspettato. Chiari i passi avanti nel gioco compiuti dal Bologna rispetto a sette giorni fa, con sprazzi di azioni interessanti ma ancora scarse in concretezza sparse nell’arco di tutti i novanta minuti. Gli uomini di Di Francesco, freschi di vittoria contro il Napoli ma privi di Berardi, a meno di suicidi collettivi ai primi accenni di primavera saranno già salvi: una formazione, cioè, di un livello superiore a quello attuale del Bologna, eppure non ha certo preso a pallate i padroni di casa. Anzi di parate decisive di Mirante se ne ricorda una su una punizione, poi più. Il gol, oltre che su un rimpallo, è arrivato nel momento migliore dei ragazzi di Rossi, quando avevano iniziato a fare ciò che non avevano fatto a Roma: crederci.

Di errori, sì, il Bologna ne ha commessi tanti. Baggianate, soprattutto, che però possono costare care. Le imprecisioni in fase di appoggio e costruzione sono state numerose, così come le distrazioni e le posizioni sbagliate in copertura. Diminuiranno, ne sono certo, ma una soglia minima di tolleranza per una formazione così giovane come quella rossoblù andrà mantenuta: abbiamo sempre invocato un progetto giovani, ora che c’è non mettiamoci a crocifiggerli.

In tema di giovani, ho capito sia perché Donsah fosse così ricercato sia perché sia costato così caro: una furia con margini di miglioramento amplissimi. Ancora buono questo scampolo di partita da parte di Diawara (rimpallo sul gol escluso), ordinato e con discrete conoscenze del gioco, mentre ancora non pervenuto Crisetig: è probabilmente lui la nota più negativa di questo inizio di stagione, discorso accentuato dalla cardinalità del ruolo che ricopre. Destro non si è visto, purtroppo: poco cercato e ancora poco inserito, non è riuscito a incidere. Di sue partite come queste, comunque, ne vedremo altre per il tipo di giocatore che è, anche quando sarà al massimo della forma. Parlando di meno giovani, invece, sarebbe ingiusto non sottolineare un’altra prova ficcante di Brienza, che per tutti i novanta minuti ha avvelenato la difesa del Sassuolo, senza tuttavia trovare una zampata letale. Al momento, pensare a una formazione titolare senza di lui parrebbe difficile.

Finalmente lunedì finirà il mercato, e altre pedine arriveranno alla corte di Rossi. Due saranno Giaccherini e Taider, giocatori del giusto spessore per gli obiettivi del Bologna. A quel punto l’allenatore avrà poco meno di due settimane per lavorare, si spera in pace, sulla sua squadra: la sosta arriva nel momento migliore. La strada, intanto, sembra quella giusta: il campionato rossoblù comincia a Genova.