editoriale

I déjà-vu di Rossi

È sembrato di tornare indietro di tre mesi e mezzo ieri pomeriggio, anche se con un filo in meno di pathos rispetto ad allora. Un buon primo tempo, gratificato dal vantaggio, e una ripresa in apnea, vissuta schiacciati nella propria metà campo....

Luca Lollini

È sembrato di tornare indietro di tre mesi e mezzo ieri pomeriggio, anche se con un filo in meno di pathos rispetto ad allora. Un buon primo tempo, gratificato dal vantaggio, e una ripresa in apnea, vissuta schiacciati nella propria metà campo. Ma ormai lo abbiamo capito: finché c’è quella traversa, il Bologna è a posto.

Avellino, Pescara, Frosinone: pare che i risultati positivi di Delio Rossi debbano seguire per forza questa sceneggiatura, un thriller capace di usurare le coronarie di migliaia di persone rinfrancate poi dall’happy-ending. A giugno la promozione, ieri i primi tre punti di questa Serie A: tanto sofferti quanto cruciali per allontanare le prime nuvole che comparivano all’orizzonte. Merito di un gol di Mounier, già a suo agio nel campionato italiano, pescato da un preciso lancio del rientrante Oikonomou, preziosissimo anche lui soprattutto quando il gioco si è fatto duro. Perché sì, nel secondo tempo si è fatto davvero duro. Il Frosinone, infatti, ha attaccato senza soluzione di continuità, godendo dei rimedi posti da Stellone ad alcune scelte iniziali sbagliate. È stato l’ingresso di Ciofani e Soddimo a cambiare il volto ai ciociari, i cui assalti si sono stampati due volte sulla santa traversa. Al triplice fischio il sospiro di sollievo dei tifosi è stato potente come un soffio di bora.

Alla quarta giornata, dunque, si sblocca la classifica del Bologna. Come già accaduto altre volte, si muove al termine di quella che probabilmente è stata la prestazione più negativa dei rossoblù quest’anno. Una sofferenza del genere l’avevamo patita solo nel primo tempo dell’Olimpico, mentre contro Sassuolo e Samp (finché in undici) la squadra di Rossi si era distinta per come aveva tenuto il campo. Meglio giocare peggio e vincere che giocare benino e perdere? Chiaro, soprattutto adesso che la squadra ha bisogno di fiducia per non sciogliersi. Certo, anche in vista dei prossimi due impegni ravvicinati (mercoledì la Fiorentina, domenica l’Udinese) questo calo evidente patito dal Bologna deve far drizzare le antenne.

È piaciuto Mounier, è piaciuto Brienza, è piaciuto Oikonomou ed è piaciuto anche Amadou Diawara. Il guineano ha fatto il suo esordio dal primo minuto in una partita dal coefficiente di pressione elevato, e non ha sbagliato quasi nulla. Sorprendente l’approccio alla gara di questo ragazzo, ordinato e sempre a testa alta a caccia, quando può, della verticalizzazione. Sarebbe ancora più sorprendente vederlo giocare sempre in questo modo, e non accadrà, ma intanto sta dimostrando di poter stare al piano superiore.

Non ha segnato Destro, che però ha dato qualche segnale incoraggiante rispetto a lunedì scorso. Ha corso, si è fatto vedere, ha calciato in porta e ha tirato pure qualche stecca: sicuramente il miglior Destro visto sin qui. Presto li farà esultare anche lui i tifosi, come ha fatto Mounier oggi.

Al gol del francese avrà esultato anche Vera, a perdifiato, e continuerà a farlo: lo sappiamo benissimo, è come se potessimo vederla.