editoriale

Ho visto un Gran Bologna; eh, mamma’, innamorato son!

Martedì scorso nel mio ultimo editoriale dopo aver descritto e raccontato l’atmosfera dell’Olimpico, durante la partita Torino – Bologna; mi ero anche proiettato alla sfida di domenica a mezzogiorno contro il Napoli,...

Lorenzo Romandini

Martedì scorso nel mio ultimo editoriale dopo aver descritto e raccontato l'atmosfera dell'Olimpico, durante la partita Torino - Bologna; mi ero anche proiettato alla sfida di domenica a mezzogiorno contro il Napoli, presupponendo un determinato e auspicabile atteggiamento contro gli azzurri:

“Ora bisogna solo pensare alla sfida contro il Napoli, domenica all'ora di pranzo arriverà al Dall'Ara forse il peggiore avversario che potessimo ricevere. Il Napoli ha mostrato non solo un bel calcio, ma una solidità impressionante in difesa (la mano di Sarri si vede eccome) e una concretezza là davanti da non far rimpiangere gli attacchi delle grandi del calcio Europeo.

Higuain e Insigne infatti sono a 19 reti in questo campionato. Un media goal di altissimo livello.

Noi però non dovremo commettere assolutamente gli errori di sabato scorso, dovremo scendere in campo con la convinzione di poter giocare ad armi para contro i partenopei, senza timore e paura.

Sicuramente loro hanno molto più da perdere e questo può essere un vantaggio, verranno per fare la partita, attaccando e magari lasciando qualche spazio nelle retrovie. Dovremo quindi essere capaci di difendere in maniera ordinata e di sfruttare qualsiasi occasione ci lasceranno”.

Così abbiamo giocato, così abbiamo portato a casa i tre punti e messo in ginocchio l'allora capolista della Serie A.

Al Bologna domenica veniva tutto estremamente facile, il possesso della palla, la costruzione della manovra, la vicinanza tra i reparti, il contrastare la furia azzurra.

A tutto questo però bisogna aggiungere la straordinaria prestazione di Mirante che in più di un'occasione è riuscito a mantenere il Bologna in vantaggio contro il Napoli.

Sinceramente i due goal presi sul finale non li vorrei nemmeno analizzare, infatti dopo una partita così perfetta, con tantissime risorse spese, la concentrazione e le forze fisiche (ricordiamo che i goal sono stati presi all'87esimo e al 90esimo minuto) può anche venire meno.

Tra tutti i dati raccolti nella partita e forniti sul sito della Lega Serie A, due su tutti mi fanno davvero molto piacere. Il primo è quello delle "palle perse" infatti in tutta la partita il nostro tabellino ha segnato soltanto 13 mentre quelle del Napoli sono addirittura 30.

Il secondo dato invece racconta delle "palle recuperate" dove noi questa volta abbiamo 30 palloni recuperati nella partita contro i soli 17 del Napoli.

Perché sono così importanti questi numeri e perché ve li ho voluti riportare?

Perché grazie ad essi noi riusciamo a rivedere tutta la partita del Bologna, questi numeri ci fanno capire come il match fosse stato preparato nei minimi dettagli, come Donadoni si aspettasse certi movimenti e come abbia attuato le rispettive contromosse per arginarli. Siamo stati feroci, abbiamo cercato sempre di impedire al Napoli di giocare la sua gara, li abbiamo portati quasi all'esasperazione (vedasi qualche atteggiamento di stizza da parte del Pipita); ma infatti si può intuire da questi dati anche il nervosismo del Napoli. Alla squadra partenopea (dopo una ricerca fatta nelle statistiche delle precedenti partite) non era mai comparso un dato così preoccupante nella sezione delle “palle perse” (addirittura 30 in un'unica partita).

Questo perché ha trovato davanti un Bologna organizzato, un Bologna che ha spinto la squadra di Sarri a non giocare nella maniera più consona infatti si vede dalle statistiche come il Napoli (molto spesso abituato ad utilizzare le fasce) domenica abbia invece preferito "la sicurezza" di attacchi centrali con il sostegno unico di Higuain, portando così gli attacchi centrali a 9 e l'utilizzo delle fasce (destra e sinistra) per gli attacchi a solo 3 in tutta la partita.

Infine per concludere il discorso sulla partita giocata vorrei complimentarmi con il mister Donadoni per aver dato finalmente un'identità di gioco ma anche un'identità di presenza in campo all'intera squadra.

I reparti comunicano tra di loro e la difesa come il centrocampo sembrano essere davvero stati disegnati a tavolino.

Finalmente una sicurezza tra i pali, Mirante è l'uomo giusto per questa squadra, la scoperta di Rossettini terzino destro è una delle note lietissime dell'era Donadoni, il ritorno dei “pilastri della terra” composti da Gastaldello e Oikonomou e la crescita costante di Masina fanno sperare ad un futuro radioso per il Bologna.

Passando al centrocampo non mi soffermerei neanche più di tanto su Diawara, il diamante grezzo della premiata ditta Corvino & Co, a mio avviso questo ragazzo ha la personalità di un giocatore navigato di Serie A, riesce a tenere palla e smistarla con grande disinvoltura e ha solo 18 anni; un giovane campione con un grande margine di crescita e con un potenziale di altissimo livello.

Ulteriormente, c'è da mettere agli atti la crescita costante per ottime prestazioni di Rizzo e finalmente qualche spiraglio di miglioramento di Taider, che ha disputato una partita molto ordinata.

Per ultimo ma soltanto perché deve essere la “punta” del nostro albero di Natale, abbiamo Mattia Destro che si sta finalmente scrollando di dosso quelle critiche che l'hanno tartassato nei primi mesi a Bologna; si sta quindi prendendo le sue rivincite. Donadoni lo ha responsabilizzato, gli ha dato fiducia, lo ha rasserenato, l'ho fatto ritornare al centro del progetto del Bologna.

Questo forse è il momento d'oro non solo suo ma di tutta la squadra che non deve perdere il suo splendore nella delicata sfida salvezza contro il Genoa.

Ora però voglio del tutto cambiare discorso e non parlare di quello che è successo nel rettangolo di gioco ma di quello che è successo nelle sue immediate vicinanze ovvero sugli spalti del Dall'Ara.

Dopo il fischio finale c'è subito stato l'attacco di esponenti del giornalismo e del mondo mediatico napoletano nei confronti del comportamento dei tifosi bolognesi, criticando un atteggiamento poco sportivo, tendente al razzista, nei confronti della tifoseria napoletana.

Ovviamente questi sono ulteriori miseri attacchi di chi perde e non si capacita di cosa sia successo, di come l'uragano Rossoblù gli sia passato ripetutamente sulla testa.

Domenica i tifosi del Bologna hanno avuto un comportamento impeccabile, per la prima volta infatti non ho sentito neanche una volta il coro riferito al Vesuvio cosa che negli altri stadi d'Italia è ripetuto all'esasperazione.

A parte un normalissimo coro come “Napoli m**da” che più volte è stato fatto con altre squadre come a loro volta altre squadre l'hanno fatto nei nostri confronti, in questa partita invece ho potuto

constatare la volontà della curva a non propendere per cori di natura veramente offensiva ma bensì più verso una scelta goliardica, di puro sfottò, riprendendo quindi canzoni famose per essere vicine al mondo napoletano e utilizzandole per inneggiare il Bologna e schernire gli avversari.

"O mamma mamma mamma

o mamma mamma mamma

sai perche' mi batte il corazon?

Ho visto un Gran Bologna

Ho visto un Gran Bologna

eh, mamma', innamorato son".

"Oje vita, oje vita mia

oje core 'e chistu core

si' stata 'o primmo ammore

e 'o primmo e ll'urdemo sarraje pe' me!"

Questo è il modo migliore per vincere queste partite, in tutti i sensi.

Ironia, forza, voce e pura gioia e divertimento di stare insieme a sostenere il nostro amore per questi colori, stile che non abbandonerà mai la curva Rossoblù.

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