editoriale

Fallire, non fermarsi, continuare: Corvino e il valore della professionalità

Piccolo off topic: odio le soste per la nazionale. Davvero, non le sopporto. Indipendentemente dall’avversario e dal risultato: vivi l’estate e il calciomercato con la speranza di abbracciare nuovamente la tua squadra del cuore il...

Matteo Ragazzi

Piccolo off topic: odio le soste per la nazionale. Davvero, non le sopporto. Indipendentemente dall'avversario e dal risultato: vivi l'estate e il calciomercato con la speranza di abbracciare nuovamente la tua squadra del cuore il prima possibile, arriva il momento tanto atteso poi due partite e stop. Break. Come quando hai fame, dai un morso al panino e poi te lo rubano. Male, malissimo.

A proposito di calciomercato, l'editoriale di oggi si baserà sui frutti di una mia considerazione derivata dall'andamento della sessione estiva di trasferimenti appena terminata. Una finestra che, finalmente, torna a mostrare la luce del sole alla Serie A: secondi per investimenti dietro all'irraggiungibile Premier, un vero e proprio botto. Il campo valuterà la bontà o meno delle operazioni svolte.

Un'estate vissuta tra colpi e ritorni eccellenti, ma anche fallimenti e delusioni. Milan e Napoli in testa: persi Witsel, Ibra, Jackson Martinez e Kondogbia in casa rossonera, mentre per i campani del vulcanico presidente Aurelio De Laurentis hanno tenuto banco, più recentemente, il caso Soriano e il mancato acquisto di un difensore centrale. Come se non bastasse anche la Juventus finalista di Champions League ha dovuto far fronte a diverse trattative saltate o mai sbocciate.

La forza delle idee ha consentito al nostro direttore di svolgere un lavoro, per qualità e quantità, ottimo e futuribile in sede di mercato. Una rivoluzione: quasi quaranta calciatori risultano ufficiali tra acquisti e cessioni. Il cambio di modulo e la pazienza nell'attendere il momento propizio per chiudere determinati trasferimenti sono un chiaro segnale che testimoniano la competenza e la versatilità di Pantaleo Corvino. Il valore della professionalità ha permesso al direttore salentino di terminare l'opera di restyling, la volontà di non essere schiavi di amici e procuratori, l'abilità nello scovare giovani talenti in erba e assicurarseli prima della concorrenza.

La mia non vuole e non deve essere un'ode a Corvino, semplicemente credo sia giusto considerare e valutare il lavoro svolto da un professionista anche da un altro punto di vista, da una luce differente. Non deve e non vuole perchè come sempre il campo sentenzierà e risponderà ai nostri attuali quesiti, ma l'esistenza di un progetto complessivo e totale merita attenzione e rispetto. Un lavoro svolto in gran parte a fari spenti, considerando la grande quantità di Under 20 destinati a rimpolpare e rinforzare il settore giovanile. Fallire, non fermarsi, continuare: la ricetta di Corvino per costruire il Bologna del domani è servita.