editoriale

Editoriale TBW – Bologna, umiltà e ambizione per ripartire

di Riccardo Rollo “A vent’anni il tempo non passa mai e la testa è un calderone in continua ebollizione. Mille aspettative creano confusione, specie se tipiche dell’inesperienza”. Paolo Rossi, dopo l’ardua ma trionfale esperienza nel...

Redazione TuttoBolognaWeb

di Riccardo Rollo

“A vent’anni il tempo non passa mai e la testa è un calderone in continua ebollizione. Mille aspettative creano confusione, specie se tipiche dell’inesperienza”. Paolo Rossi, dopo l’ardua ma trionfale esperienza nel Mondiale spagnolo del 1982, è diventato per tutti Pablito, ma non ha mai nascosto le evidenti difficoltà avute da giovane. Avere vent’anni è una cosa tutt’altro che semplice. Si tratta di un’età di mezzo, in cui si è considerati già maturi ma in realtà non lo si è ancora. Il Bologna che è uscito mestamente l’altra sera dal campo di Marassi, psicologicamente distrutto dopo aver raccolto zero punti in tre giornate, rappresenta alla perfezione questo concetto. Una squadra giovane, ancora in costruzione anche e soprattutto a livello mentale. Ferrari– il migliore dei suoi ieri sera – Masina, Donsah e Taider hanno le potenzialità per diventare degli ottimi giocatori e ieri le abbiamo viste tutte, almeno fino al 60’ minuto, quando Rizzo, altro elemento da svezzare che mi sembra prematuro e fuori luogo crocifiggere, paga un’ingenuità clamorosa e guadagna la doccia anticipata. Lì l’inerzia della partita cambia in maniera irreversibile, e l’ultima mezz’ora del Bologna è ingiudicabile. Una squadra che aveva fino a quel momento tenuto bene il campo deve stravolgere totalmente il proprio copione e difendere il fortino. Dall’altra parte un Eder implacabile e una Sampdoria in superiorità numerica nel momento migliore per lei e peggiore per gli altri piegano ben presto le resistenze rossoblu. Ancora nulla da fare dunque per un Bologna che, come detto, dopo tre giornate occupa l’ultimo posto in classifica con zero punti assieme al Frosinone. E ora come la mettiamo? Distruggiamo definitivamente un gruppo di giovani, parlando già di serie B e di progetto fallimentare? Etichettiamo Destro come attaccante bollito? E’ certamente vero che il numero dieci felsineo abbia deluso le aspettative fino a questo momento, ma diamogli fiducia. Quello che deve cambiare, nella sua testa e in quella dei suoi compagni, è l’atteggiamento mentale. Via scomode pressioni e paragoni azzardati con Di Vaio e Gilardino, spazio a umiltà e ambizione. Destro ha fatto benissimo a Siena, così così a Milano e Roma. Ma stiamo parlando di un giocatore nel pieno della maturità e ancora in grado di conquistare la Nazionale, in una piazza che non vede l’ora di festeggiare un suo gol. E la sensazione è che ne serviranno tanti per salvarsi. Forza e coraggio, con il Frosinone comincia il nostro campionato.