editoriale

Dai Bologna, la luce non è lontana

Solo in Italia 11 milioni di tifosi, ricavi per 348 milioni nel 2014/15, 194 milioni di diritti televisivi. Con questi numeri difficile pensare ad un epilogo diverso dalla sconfitta allo Stadium, figuriamoci. Allora perché non fischiare un bel...

Alberto Torreggiani

Solo in Italia 11 milioni di tifosi, ricavi per 348 milioni nel 2014/15, 194 milioni di diritti televisivi. Con questi numeri difficile pensare ad un epilogo diverso dalla sconfitta allo Stadium, figuriamoci. Allora perché non fischiare un bel rigorino semi-inesistente? E perché non ammonire sistematicamente chiunque non vesta maglie a strisce bianconere ed abbia la malaugurata idea di fare un fallo, anche veniale? Cartellini gialli come se piovesse, che hanno avuto l'effetto di condizionare in negativo il nostro gioco, così giusto per rendere la vita un po' più semplice a chi già sulla carta dovrebbe avere un netto vantaggio, visti i numeri snocciolati in precedenza.

Era ovvio finisse così, era scritto in cielo. Certo lo sghetto ci può sempre stare, ma per loro era troppo importante fare tre punti davanti al pubblico amico e cascasse il cielo ci sarebbero riusciti, in ogni caso e con ogni mezzo. A saperlo prima, avremmo anche potuto schierare tutte le riserve (è una provocazione, sono consapevole che sia giusto onorare sempre il campionato), almeno ora avremmo meno conseguenze per le ammonizioni, che ci costeranno caro nelle prossime partite. Ma ovviamente alla vigilia ci si spera sempre, tanto (e mi ripeto) crederci non costa nulla.

Proprio il fattore delle troppe ammonizioni ci sta condizionando nelle prestazioni, soprattutto nelle fasi finali, quando, con tanti ammoniti in campo, il Bologna perde la lucidità e con essa anche le partite. A Torino questa involuzione progressiva è stata evidente, ma credo che anche in altre partite abbia rappresentato un fattore decisivo. Forse gli episodi di Mbaye (lo scorso anno in finale contro il Pescara) e di Rizzo (quest'anno contro la Samp), hanno fatto molto clamore nello spogliatoio e da ammoniti i nostri giocatori, temendo il rosso, giocano molto più contratti.

Questa squadra ha bisogno di tutto tranne che di alibi, ma non possiamo chiudere gli occhi di fronte a certe situazioni. Credo che se avessimo 3-4 punti in più, non ci sarebbero tanti tifosi così preoccupati e forse non esisterebbe, o sarebbe molto ridimensionato, il partito dei sostenitori dell'esonero immediato. OggiAggiungi un appuntamento per oggi, senza usare mezzi termini, la grande paura di molti è la retrocessione. Non possiamo escluderla a priori, soprattutto ora che siamo ultimi tra gli ultimi. Non dobbiamo però nemmeno farci assalire dal panico, perché il campionato è ancora lungo, difficile, in salita, ma lungo. E per fortuna abbiamo una squadra potenzialmente in grado di farcela e con margini di miglioramento elevati: basti pensare che i vari Destro, Giaccherini e Krafth non hanno ancora inciso e mi sembra alquanto probabile che in un futuro (si spera prossimo) saranno proprio loro a tirarci fuori dai guai.

Da quando è arrivato a Bologna Delio Rossi non ha certo brillato. La fiducia in questo momento appare allora una scelta coraggiosa, esattamente come il 4-2-3-1 con cui il Bologna è sceso in campo allo Stadium. Speriamo sia la scelta vincente, perché altrimenti avremmo perso un'occasione per ripartire subito, con un nuovo tecnico, approfittando della pausa. La cosa migliore sarebbe ovviamente non dover cambiare allenatore, perché vorrebbe dire che entro breve tempo arriveranno i risultati e state certi che anche i più scettici nei confronti di Rossi, accetterebbero di buon grado questo epilogo. Nessuno vuole a priori la testa di Rossi e se lo stesso, insieme alla squadra, cominciasse a mettere fieno in cascina, metterebbe tutti d'accordo.

Nel frattempo però la fiducia sta abbandonando anche i più ottimisti ed in città la paura sta dilagando come un fiume in piena. Qui tra aspettative deluse e sogni di gloria infranti, sulle pagine social del Bfc piovono critiche alla società, come se la retrocessione fosse ormai certa. Ragazzi stiamo calmi, nel calcio ci vuole sangue freddo. Siamo ultimi, ma non stiamo giocando così male, perlomeno nei primi tempi, lo dicono anche i numeri. Si tratta di raggiungere l'assetto giusto e riuscire a mantenere la prestazione per novanta minuti. Se ci riusciremo, risalire la classifica sarà un gioco da ragazzi.Ricordiamoci che esistono anche le vittorie inaspettate, quelle in trasferta ed i punti inattesi, guadagnati con le grandi. Quindi non disperiamo, tempo per risalire ne abbiamo, ma non dobbiamo perderne altro, questo è vero.

Finora non ci siamo riusciti, ma ci abbiamo sempre provato e la cosa più importante è evitare di demoralizzarsi e continuare a provarci. Abbiamo già abbastanza avversari in campo e non possiamo permetterci di combattere anche contro noi stessi, non dobbiamo farci assalire dalla paura. Del resto, di esperienze di questo tipo, in questi anni, ne abbiamo vissute parecchie e dovremmo ormai aver imparato che bastano tre partite per ribaltare una classifica. E' quindi presto per sputare sentenze e fango sui protagonisti. Si rischia di dover nascondere la testa sotto la sabbia quando (si spera presto) tornerà la luce.

E' vero il tempo passa, ma guardiamo le circostanze che ci hanno portato ad essere ultimi: sul campo forse avremmo meritato qualche punto in più. Allora manteniamo il nostro self-contol e sosteniamo squadra e tecnico, lasciando alla società la libertà di scegliere di essere coraggiosa.

Solo il tempo potrà dirci come andrà a finire: fasciarsi la testa ora è solo controproducente.

Forza Bologna!