editoriale

Corvino-Bologna: un amore mai sbocciato. Adesso fiducia a Bigon

di Alessandro Reni

Redazione TuttoBolognaWeb

Il rapporto tra l’ex ds rossoblù e il club di Saputo, com’è noto, ha ufficialmente visto il suo epilogo: la presenza dell’uomo mercato leccese in quel di Casteldebole è ormai nient’altro che un ricordo. La fine di questo “matrimonio”, cominciato il 22 dicembre 2014 e terminato pochi giorni fa (come annunciato sul sito ufficiale del Bologna), era nell’aria da almeno un paio di mesi, se non di più. La separazione, culminata con la rescissione contrattuale del direttore sportivo salentino, si è rivelata dunque inevitabile e la migliore soluzione per entrambe le parti; i futuri piani della società non combaciavano con quelli di Corvino, o almeno il dirigente sportivo si trovava  in disaccordo con questi ultimi. Si dice che Pantaleo non abbia gradito le nuove direttive imposte dalla proprietà felsinea, tra cui, ad esempio, quella che attribuisce una fetta di potere decisionale sul mercato al mister Donadoni, dato che si sa che l’ex ds di Lecce e Fiorentina preferirebbe lavorare avendo totalmente campo libero sulle seguenti faccende.

L’altro motivo riguarda la mancanza di feeling tra lui e Fenucci, questione ormai risaputa. Io, però, mi sento anche di aggiungere un altro aspetto non del tutto indifferente: Corvino non ha quasi mai ricevuto, se non in rare occasioni, elogi da parte della piazza e anzi è stato più volte (ingiustamente, a mio parere) bersagliato dalle critiche, nonostante le soddisfacenti operazioni di mercato portate a compimento (in particolare i colpi Giaccherini, Destro, Mirante, Gastaldello, Mounier e Diawara su tutti). Pare che l’ormai nostro ex direttore sportivo sia prossimo ad accasarsi alla Fiorentina in seguito all’addio di Pradè. Sarebbe un ritorno: in viola Corvino ha messo a segno gli acquisti più degni di nota (Gilardino, Frey, Jovetic e Montolivo, tanto per riportare alcuni nomi) e ha lasciato dolcissimi ricordi al popolo fiorentino; dovesse fare ritorno nel capoluogo toscano, immagino possa ricevere una calorosa accoglienza e, da parte del sottoscritto, gli auguro ancora tanti successi e riconoscimenti, perché se li merita dal punto di vista umano e professionale.

Il presente (e il futuro), invece, ha un altro nome e cognome: Riccardo Bigon. Egli è reduce da una disastrosa stagione all’Hellas Verona, condita dalla ineluttabile retrocessione degli scaligeri in serie cadetta. Malgrado questa sfortunata parentesi, il suo curriculum vanta ottime manovre di mercato: è stato lui a far sbarcare a Napoli i vari Cavani, Higuain, Reina, Koulibaly, Mertens, Callejon e Gabbiadini: questo dice tutto, direi. E non è finita qui: è riuscito a portare i partenopei al trionfo della Coppa Italia per ben due volte, oltre che ad una vittoria conseguita in Supercoppa, e alla qualificazione in Champions League. Credo che basti per scaldare gli animi dei tifosi petroniani. Certo, credo che tutti avrebbero preferito Sabatini, ma la Roma non è mai stata intenzionata a liberarlo ed è rimasta saldamente ferma sulla propria posizione. Perciò, ben venga Bigon, e speriamo che sappia fare un lavoro degno di approvazione: deve prendere coscienza del fatto che metterà piede in un club dalla storia gloriosa e dal blasone invidiabile come il nostro, ora nelle mani di uno degli uomini più ricchi e seri al mondo, Joey Saputo. Dubito che ci farà fare il salto di qualità fin da subito, ma ritengo sia in grado di alzare lievemente l’asticella, con almeno cinque-sei acquisti di spessore che alzino il livello di una squadra già di per sé idonea ad affrontare la Serie A. Buon lavoro, Bigon!