editoriale

Chiediamo rispetto

Adesso, sinceramente, basta. Non mi piace parlare di arbitri o pensare che ci sia qualcosa di prestabilito che fa sì che qualcuno stia tramando contro il Bologna. Non ci credo, non ci crederò mai, e sono fermamente convinto che non sia questa la...

Giacomo Bianchi

Adesso, sinceramente, basta. Non mi piace parlare di arbitri o pensare che ci sia qualcosa di prestabilito che fa sì che qualcuno stia tramando contro il Bologna. Non ci credo, non ci crederò mai, e sono fermamente convinto che non sia questa la chiave di lettura che debba essere data. Non penso che tra “i poteri forti” qualcuno abbia fatto velatamente capire che il Bologna deve essere sfavorito, non penso che gli arbitri abbiano deciso di mettere i bastoni tra le ruote ai rossoblu, né che la squadra di Saputo e Donadoni abbia fatto qualcosa di male che la costringe a subire questi torti. Quindi, adesso, basta. Basta. Gli arbitri di serie A, sono oggettivamente una categoria mediocre, e nessuno può affermare il contrario. Non sono tanto gli errori o le sviste (l'occhio umano DEVE essere assistito), ma la frequenza con la quale questi errori si ripetono. Ah, altra cosa: gli arbitri non decidono un campionato; sbagliano, sono mediocri, possono fare meglio, ma non decidono l'esito assoluto di un campionato. Palermo, Pescara e Crotone retrocederanno perchè sono scarse, la Juventus vincerà il campionato perchè è la squadra più forte e la Roma e il Napoli lotteranno per il secondo posto perchè sono “le più forti delle normali”. Insomma, per quanto di errori ce ne saranno ancora, non andranno mai ad incidere sulle classifiche finali e sui risultati sportivi che rimangono negli annali, perchè l'assoluto valore delle squadre (di prima o di seconda fascia che siano), è dato da aspetti che vanno ben oltre una svista o un errore di chi dirige le partite. Però questi errori ci sono, e non possono essere cancellati. Soprattutto quando ti chiami Bologna e ti trovi (quasi) ogni lunedì a dovere commentare qualcosa che non è andato per il verso giusto da chi aveva il fischietto in bocca.

Fino a qualche settimana fa ero dell'idea che nell'arco di trentotto partite, gli errori arbitrali (teoricamente) si dovrebbero compensare, con gli episodi che a volte saranno a torto e a volte a favore. Ora qualche dubbio mi sta sorgendo, visto quanto è successo domenica pomeriggio, e visto come il Bologna sia ancora e costantemente in “debito” di giustizia. Nelle scorse settimane ho sempre cercato di valutare gli episodi arbitrali con una lettura che non portasse alibi al Bologna. Mi spiego meglio: a Roma contro la Lazio, nonostante il rigore non ci fosse, la colpa è più di Marios e Masina che non calciano la palla e commettono una grave ingenuità. Contro il Napoli, nonostante l'espulsione di Masina sia stata folle, la partita era già finita dopo 6 minuti perchè si perdeva 0-2. E potrei andare ancora avanti. Ma domenica mi riesce impensabile cercare una lettura diversa da quella che è la realtà e da quelle che sono le immagini che tutti abbiamo visto. Pulgar salta, la palla gli colpisce il fianco. Cosa può fare di più? Come è possibile vedere un calcio di rigore? Non credo alla malafede, lo ripeto. Però penso sia oggettivo pensare che la classe arbitrale italiana, in questo momento, abbia tanto su cui riflettere.

Tornando alla gara di domenica: chi dice che la squadra ha comunque buttato via la partita perchè almeno il pareggio poteva portarlo a casa, denota di non avere mai giocato una partita di calcio. E non è un'accusa, ma una pura constatazione. Perché quando hai condotto il gioco per 85 minuti mostrando grinta e cuore, e ti vedi fischiato un intervento del genere, la testa si stacca, è normale che sia così. Rabbia, frustrazione, nervoso e incredulità ti assalgono, e tutto quello che ti circonda diventa una cosa annebbiata rispetto alle emozioni che ti stanno attraversando la mente. Non sono soddisfatto di questo editoriale, perchè non mi piace parlare di arbitri e preferirei sempre e solo parlare di calcio giocato e del momento del Bologna. Però, ahimè, l'attualità dice questo. Dice che il Bologna è quattordicesimo in classifica, senza dubbio più per quello che ha fatto e disfatto in questi mesi, che non per fattori esterni. Che però ci sono, continuano ad esserci, continuano a modo loro a condizionare le partite e a indirizzare l'inerzia delle gare verso una o l'altra squadra, con conseguente impatto sul risultato finale. “Solo rispetto, chiediamo solo rispetto”, cantava anni fa la curva, senza sapere che Calciopoli era in atto. E lo faceva con giusta ragione. Non penso ci sia una nuova Calciopoli, né che qualcuno voglia limitare il Bologna perchè è una squadra “scomoda”. Però è ora di fare sentire la propria voce, di farsi notare, di dire "Ci siamo anche noi, e vogliamo rispetto”.