editoriale

Campionato, sai, mi sei mancato un casino

Che grandissima goduria il calendario fitto di appuntamenti calcistici: gli anticipi del venerdì e del sabato, le partite della domenica, i posticipi del lunedì, la Champions e l’Europa League. Poi, ovviamente, la Liga, la Bundes, la...

Matteo Ragazzi

Che grandissima goduria il calendario fitto di appuntamenti calcistici: gli anticipi del venerdì e del sabato, le partite della domenica, i posticipi del lunedì, la Champions e l'Europa League. Poi, ovviamente, la Liga, la Bundes, la Premier, la Serie B e la Ligue.. anzi quella no, è imbarazzante.

Lo so, sono malato. Non ne esco più, il buco creato dalla nazionale mi irrita a dismisura e potrei riassumerlo così:

Ammetto la sconfitta del romanticismo, l'addio alla domenica standard di campionato vissuto con la radiolina a portata di mano: un periodo in cui il turno infrasettimanale era semplicemente considerato come un reato e lo spezzatino domenicale delle 12 sarebbe stato punito con l'ergastolo.

Un mare, nel mezzo: Mirante che torna a parare, Destro nuovamente out e soprattutto le battaglie riguardanti la questione stadio, sempre più pressante, e una suddivisione differente dei diritti tv, sempre più dura. Partiamo dalla seconda per un attimo perché, pur non essendo variata la richiesta del Bologna di avvicinarsi ad un modello inglese di ripartizione della torta dei diritti tv, si avvicina uno dei punti focali della battaglia in Lega. A novembre, infatti, si inizierà a parlare seriamente del triennio 2018-2021, un discorso avviato e capeggiato appunto da Saputo e Fenucci, sostenuti da altre big come Napoli e Roma. Scenario inevitabile: le 3 big per eccellenza del campionato italiano possono infatti contare sulla fetta più grossa della ripartizione. Ma, finalmente, si batte con decisione su un altro punto che considero fondamentale da ormai molto tempo: la riduzione del palinsesto televisivo per quanto riguarda la trasmissione delle partite, sempre sul modello inglese. Un modo per aumentare il flusso di tifosi allo stadio e incrementare il valore del prodotto trasmesso. Aumentare l'hype per ciò che le pay tv offriranno in palinsesto significa far crescere il valore del contenitore Serie A, renderlo più vendibile. Un circolo vizioso.

Il restyling dello stadio porta con sé invece i classici problemi della lentezza burocratica, uno scoglio enorme da affrontare nel breve periodo. L'importanza di possedere una propria casa è però quasi inestimabile e consentirebbe di effettuare quello step economico-finanziario che ha visto protagonista la Juventus in Italia, e tutte le squadre di Premier (e serie minori) e Bundesliga. Un aumento dei ricavi stimati intorno al 40%, tanta roba se pensiamo a come poi verrebbero investiti.

Le parole, però, dopo un po' stancano.

Che dire, se non dirla alla Lucio Dalla: "Bologna, sai, mi sei mancata un casino".

Finalmente il campionato è tornato, pronto a bussare alla nostra porta. Già sento l'eccitazione e il nervosismo del pre-partita, un match tra l'altro godevolissimo per nostra fortuna come Lazio - Bologna. Difficile, sicuramente. Ostico, non poco. Tante assenze, incognite, rientri dalle rispettive nazionali: un momento complicato che giunge a braccetto con il periodo di grande forma degli uomini di Inzaghi. Ecco, per fortuna la coperta non è corta e tanto ancora abbiamo da ammirare. Per fortuna che sei tornato, campionato.

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