editoriale

Bologna, vinci la paura e tira fuori gli attributi

E’ arrivato Donadoni, che forse non potrà curare tutti i mali del Bologna, ma che si spera riesca a dare una scossa a questo gruppo e con il suo arrivo salutiamo Delio Rossi, il cui lavoro non ha dato i frutti sperati, nonostante le...

Alberto Torreggiani

E' arrivato Donadoni, che forse non potrà curare tutti i mali del Bologna, ma che si spera riesca a dare una scossa a questo gruppo e con il suo arrivo salutiamo Delio Rossi, il cui lavoro non ha dato i frutti sperati, nonostante le prestazioni della squadra non avessero deluso totalmente. Purtroppo nello sport ed in particolare nel calcio, il risultato non può essere interpretato, ricalcolato o riadattato, come avviene in altri settori. Qui il risultato è una questione matematica: o si pareggia, o si vince, o si perde, non c'è scampo e nonostante le tante lacune mostrate nella gestione della rosa dal tecnico appena esonerato (con tutte le attenuanti del caso), credo che il Bologna sino a qui abbia raccolto molto meno di quanto seminato.

Mentre in difesa subiamo costantemente goal al primo vero affondo degli avversari, per riuscire a segnare, dobbiamo creare miriadi di occasioni ed il più delle volte non ci riusciamo proprio. Questa costante, che ci sta condizionando negativamente dall'inizio del campionato, potrebbe essere imputabile ad un aspetto psicologico, ancor prima che tecnico o tattico. La mia impressione è che la paura si sia insinuata in questo gruppo: paura di perdere ma anche di vincere.

In questo senso la partita con l'Inter è stata emblematica. Fino a quando le squadre erano undici contro undici, la gara è stata assolutamente in parità. I ragazzi hanno saputo contenere una big del campionato (classifica alla mano) senza troppi problemi, creando poco, ma subendo quasi nulla. Quando l'Inter si è trovata in inferiorità, la partita è cambiata. Delio Rossi, per l'ennesima volta, non è stato capace di leggere la situazione ed anziché spingere sull'acceleratore, magari inserendo subito Destro, ha lasciato che gli uomini di Mancini prendessero in mano le redini del gioco e nonostante l'inferiorità sono riusciti a metterci sotto. Con il rosso di Melo è come se fosse scattato qualcosa nella testa dei giocatori, che si sono di colpo ritrovati a dover cercare una vittoria, che prima era solo una remota possibilità. Possiamo chiamarla paura di vincere, insicurezza, sfiducia, come vi pare, ma in quei minuti il Bologna si è perso ed ha perso la sua concentrazione.

E' vero, un allenatore un pelo più coraggioso, in quella situazione, ne avrebbe approfittato ed avrebbe potuto aggiungere da subito qualche uomo offensivo, costringendo Mancini a fare qualche cambio e forse (ma dico forse) avremmo potuto anche vincerla. Tuttavia non possiamo sempre e solo puntare il dito contro Rossi, a maggior ragione ora che è stato esonerato, ma dobbiamo essere onesti e constatare che anche i giocatori hanno avuto le loro colpe, mostrando spesso, soprattutto nei finali di gara, un atteggiamento remissivo ed intimorito, lo stesso che martedì ha portato ad una sconfitta, che si è rivelata fatale per l'ormai ex allenatore rossoblu. Purtroppo quando si ha paura, non si è lucidi e si perde concentrazione. Gli errori decisivi di Ferrari e Destro sono frutto della paura: tutto avviene in poche frazioni di secondo e basta un niente per rischiare di sbagliare un intervento o un goal. Con la mente lucida probabilmente certi errori non sarebbero stati commessi.

Ora è il momento di reagire ed approfittando del cambio allenatore, dobbiamo cercare di vincere questa insicurezza. Dobbiamo tirare fuori gli attributi e non mi riferisco solo alla squadra, ma a tutto l'ambiente perché, mentre in campo la squadra sembra spesso timorosa, sugli spalti e sotto i portici si avverte tanta sfiducia. Ecco in questo momento noi tifosi dobbiamo essere bravi a non alimentare questa negatività, che per forza di cose si riflette poi sulla squadra quando scende in campo.

Domani arriva l'Atalanta: ci troveremo di fronte un avversario molto forte, in una grande condizione di forma, che sulle ali dell'entusiasmo potrebbe crearci molti problemi. Ecco noi dobbiamo essere più determinati di loro e scendere in campo più cattivi, con più fame e garra rispetto alle partite precedenti. Solo così potremo ottenere un risultato e piano piano riacquistare la fiducia nelle nostre potenzialità. E allora stringiamoci forte in un grande abbraccio, la paura lasciamola alla festa di Halloween e con coraggio affrontiamo tutti insieme l'Atalanta. L'unione fa la forza, we are one.