editoriale

Bologna senza identità ed entusiasmo, risalire diventa dura

E dire che al quindicesimo del primo tempo pensavamo che sarebbe stata una partita in discesa: li avevamo chiusi nella loro metà campo, la mentalità era quella giusta, avevamo già avuto anche un paio occasioni. E invece. Invece niente da fare,...

Giacomo Bianchi

E dire che al quindicesimo del primo tempo pensavamo che sarebbe stata una partita in discesa: li avevamo chiusi nella loro metà campo, la mentalità era quella giusta, avevamo già avuto anche un paio occasioni. E invece. Invece niente da fare, invece il Bologna è incappato nel solito errore difensivo e ha concesso un'occasione nitida al Palermo, che a differenza dei rossoblù è riuscito a sfruttarla e saccheggiare il Dall'Ara. Si potrebbero scrivere fiumi di parole sui problemi di questo Bologna, ultimo in classifica, che non vince da un mese, che prende sempre goal, che di goal non ne fa, che è sempre in affanno e subisce le avversarie. Ma tra tutti i guai che si stanno passando, mi vorrei soffermare su alcuni aspetti in particolare, ovvero il fatto che questa squadra non abbia mai una reazione convincente e che, non giriamoci attorno, al momento serve una scossa. Partiamo proprio da qui e da alcune considerazioni a priori: stimo Delio Rossi come allenatore, e penso che sul piano professionale sia una persona preparata, pronta e competente. Non penso nemmeno che sia lui il colpevole principale della disfatta di questo inizio di stagione: non nascondiamoci, in campo ci vanno i giocatori e se si sono perse sette delle prime otto partite, la maggior parte delle colpe ricade su di loro. Però i giocatori devono anche essere messi nelle giuste condizioni quando scendono in campo, e l'allenatore deve essere bravo ad avere un'idea di squadra ben precisa e definita. Da fuori, invece, il Bologna di oggi appare come una squadra confusa, senza identità, senza la personalità necessaria per reagire, e con tanti, troppi, problemi. La squadra è in seria difficoltà, ed è proprio in questi momenti che si deve vedere la mano dell' allenatore. Che però, al momento, non si vede. Ecco quindi che serve una scossa mentale, che possa portare nuovi stimoli e possa fare svegliare quei giocatori che ormai da troppe settimane dormono sonni tutt'altro che tranquilli. Vero il calendario complicato delle prime giornate, vero il mercato concluso tardi, vero che sono arrivate sconfitte dopo prove discrete, però le attenuanti sono finite. La squadra è a pezzi moralmente, e nessuno adesso pensa più al fatto che alcune partite sono state perse dopo buone prove o che si è perso contro Fiorentina, Juventus, Sampdoria e Sassuolo; adesso il morale è sotto le scarpe e la squadra sta perdendo fiducia. C'è bisogno di una scossa, e chi può darla se non una nuova guida? Un nuovo allenatore, però, che deve ripartire da zero e toccare quei tasti che al momento, Rossi, non è ancora riuscito a toccare. Ripeto, mi dispiace per Rossi, ma non vedo come si possa pensare di risalire in questa situazione, con una squadra priva di identità. La sfiducia si registra anche guardando le partite e analizzando le sconfitte. Solo una volta (a Roma, con la Lazio) la squadra è riuscita a ripartire dopo essere stata sotto. Si parla di due mesi fa, sembra passata una vita. Dopo quel caso isolato, il nulla assoluto: la squadra va in svantaggio, perde la bussola, si disunisce e non riesce mai a pareggiare la partita. L'inizio di domenica è stato incoraggiante, poi il goal subito ha tagliato le gambe e portato i giocatori in una situazione di assoluta apatia. Mancano alcune cose, a questa squadra, e non sono certo la qualità e l'affiatamento; quelli si vedono, ci sono, ma sono nascosti ed inespressi. Questa squadra non ha entusiasmo, non ha grinta e non ha personalità. C'è bisogno al più presto di trovare questi fattori, perchè se no si rischia veramente. Con Rossi? Senza Rossi? Io la mia idea ce l'ho. La dirigenza ne ha un'altra. Spero vivamente di avere torto e di essere smentito.