editoriale

Bologna, ecco come puoi sfruttare il tuo mercato di gennaio!

Il classico appuntamento invernale si presenta senza grosse attese, finalmente possiamo partire da qualche certezza in più

Matteo Ragazzi

Il campionato è chiuso. O perlomeno lo è per i verdetti più importanti: primi posti e zona retrocessione.

Non nascondiamoci dietro un dito: durante gli ultimi anni la tendenza a dividere il campionato per macro fasce si è rafforzata. Chi lotterà per il campionato e l'Europa, chi giocherà nell'arida Terra di Mezzo, chi si aggrapperà per non cadere. Quell'arida Terra di Mezzo, ora più che mai, torna utile a chi, come l'attuale Bologna, deve e vuole crescere per gradi.

Mi rende politicamente scorretto dire senza tanti giri di parole che nell'attuale Serie A assistiamo a squadre indegne di tale palcoscenico? Forse, ma è la verità. Tre tra Pescara, Crotone, Palermo ed Empoli hanno già il proprio destino segnato, la cadetteria come un marchio impresso a fuoco sulla pelle.

Per la prima volta si può programmare la stagione successiva con ampio anticipo, un margine fondamentale per rendere funzionale quel progetto tanto decantato da quando Saputo ha messo radici (e tanti soldi) a Bologna. La classifica grida vendetta e pensare al tanto sponsorizzato Torino solo 5 punti sopra i rossoblù può farci capire quanto sia stato particolare il girone di andata.

Innanzitutto, il progetto giovani. Ripartendo dal discorso legato alla pochezza del campionato di Serie A, Donadoni possiede un margine di manovra assurdo. Errori compresi. Sbagliare si può, fa male, ma servirà per avere un domani migliore. Masina sotto tono? Le ingenuità di Pulgar? Aspettare Di Francesco? Guardiamo il 2016 come una palestra per il 2017. Non è una visione meramente vincente, ma ogni crescita passa da una fase di transizione. A fine campionato qualcuno mostrerà sicuramente sprazzi di talento in maniera sempre più costante, Verdi docet. E l'anno nuovo dovrà vedere Donsah assoluto protagonista. Inoltre la caccia a nuovi talenti Under 21 potrà proseguire senza sosta, senza la necessità di ricercare l'usato sicuro. Osare, testare, parcheggiare: creare un piccolo giro di affari tra le leghe minori, valorizzando qualche talento che potrà rivelarsi poi utile.

Per la prima volta da quando ho memoria un'intera sessione di mercato potrebbe essere riservata alle cessioni. Un modo per ottimizzare la proporzione risultati/spesa, risparmiando ingaggi che dovranno essere re-investiti da giugno in poi. Oltre ai soliti nomi, anche Floccari e Mounier rischiano di vivere un gennaio con la valigia in mano. Regolarizzare la rosa, liberare spot per la lista. Insomma, molto più di semplici cessioni.

Per chiudere, la ciliegina sulla torta. Un solo giocatore da rilanciare, 6 mesi per prendere confidenza, conoscere il gruppo e trovare una forma accettabile per l'inizio del ritiro estivo. Cerci, il nome che va per la maggiore, è l'identikit perfetto, la figura che più si sposa con certe necessità anche di bilancio. L'attuale ingaggio faraonico sarà una rinuncia obbligata e obbligatoria dopo mesi di oblio e il contratto in scadenza un'opportunità troppo golosa per non essere presa al volo. D'altronde ad agosto la tavola era già stata apparecchiata, poi saltò tutto all'ultimo per problemi fisici troppo importanti e diversi punti di domanda da sciogliere. Un investimento per gli anni successivi da compiere ora che si ha il tempo per osare, per aspettare un talento in cerca di nuova linfa.

Sei mesi di transizione per crescere, perché non sfruttarli?

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