editoriale

Bologna, così resti in Serie B

Con la vittoria del Frosinone i playoff, come era quasi scontato, sono matematici. Non è scontato, però, la posizione dalla quale il Bologna si troverà ad affrontarli. La parabola discendente dei rossoblù, infatti,...

Luca Lollini

Con la vittoria del Frosinone i playoff, come era quasi scontato, sono matematici. Non è scontato, però, la posizione dalla quale il Bologna si troverà ad affrontarli. La parabola discendente dei rossoblù, infatti, sembra non arrestarsi, e dopo aver tenuto il secondo posto per svariati mesi ora anche la terza piazza appare lontana (all'ultima giornata il Vicenza riceverà il Frosinone già promosso). È questa la pericolante situazione in cui si trovano i rossoblù, che anche ieri a Vercelli hanno dato un’altra dimostrazione di fragilità, sia fisica sia mentale.

Eppure la partita si era messa sui binari non giusti, perfetti, con l’espulsione di Coly nel finale di primo tempo e il vantaggio di Buchel dopo dodici minuti della ripresa. Una gara così, una squadra come si deve, la chiude. Come ha detto l’allenatore del resto, per cui c’è qualcosa che tocca: il messaggio non deve essere passato. Perché invece il Bologna, seconda chance per Buchel a parte, ha traccheggiato per mezz’ora, producendosi in un possesso palla tanto prolungato quanto sterile. Alla Pro Vercelli non sarà parso vero, e semplicemente difendendosi con ordine, senza sudare o rischiare chissà che, nel finale ha sfruttato l’unica opportunità avuta nel secondo tempo. La difesa del Bologna è rimasta a guardare, e Luppi ha siglato il pareggio da pochi passi. Pareggio che ci sta, inutile negarlo, soprattutto per il nulla prodotto dai rossoblù.

Saranno quindi playoff, e questi playoff fanno davvero paura. Perché se le cose non cambiano, il Bologna i playoff non li vince: è il momento di entrare in questo ordine di idee. Serve una svolta, concreta e non solo a parole, una svolta che però aspettiamo inutilmente da due mesi, forse tre. E sono i giocatori a doverla dare, ma l’impressione è che, detta brutalmente, la benzina sia esaurita. Oggi sì pare di vedere il finale della passata stagione, quando a ogni domenica si sperava in una svolta, ma era rimasta solamente una speranza vana e in fondo lo sapevamo. Perché la razionalità, invece, ti condannava da tempo. Alle prestazioni contro Bari e Catania, così come a quella con il Livorno, va fatta una tara notevole: ci eravamo illusi di poterle battezzare come “riscosse” e invece niente.

Chiaro, la speranza (sempre quella) è di essere brutalmente smentiti. L’aria che tira, però, è pesante, e il risultato di ieri non fa altro che appesantirla ulteriormente. Con una vittoria il panorama sarebbe stato molto diverso: la vittoria non è arrivata, giustamente, e la paura aumenta. È un circolo vizioso: tocca ai giocatori interromperlo.