editoriale

Bologna, che ti succede?

La striscia negativa dei rossoblù sembra non volersi arrestare

Redazione TuttoBolognaWeb

La domanda del titolo sorge spontanea. Cosa sta accadendo ai felsinei? Gli uomini guidati da Donadoni, dopo l’ennesima batosta rimediata contro la Lazio all’interno delle proprie mura, hanno subito la tredicesima sconfitta stagionale. Un numero che, malgrado il Bologna lotti per la salvezza, è piuttosto preoccupante. Non è tutto: l’obiettivo di raggiungere una posizione in classifica più soddisfacente rispetto all’anno scorso non è stato finora conseguito, e se l’andamento dovesse continuare così potrebbe rivelarsi un’ardua impresa. Già, perché il Bfc ha raccolto sette punti in meno dell’anno passato, nonostante la ferma convinzione della società riguardo a un eventuale miglioramento. Peccato che questo minimo salto di qualità non si sia visto. L’asticella non si è alzata, anzi si è pericolosamente abbassata. Questo non è affatto un segnale confortante. Tutt’altro. Occorre una concreta reazione, non si può proseguire in questo modo.                                            

La squadra scesa in campo domenica sera è apparsa, come di consueto, priva di organizzazione, carattere e gioco; era come se gli undici sul rettangolo verde giocassero insieme per la prima volta. Dietro alle prestazioni negative, però, c’è indubbiamente lo zampino di Donadoni, il quale non riesce più a trasmettere la giusta mentalità e ad infondere grinta ai suoi. Ma io ritengo che le colpe non vadano addossate soltanto al tecnico bergamasco: se la qualità della rosa è scarsa, lui non può certo compiere miracoli. I torti principali sono concentrati sulla dirigenza, a partire da Saputo che, oltre a non aver fornito un budget sufficientemente accettabile per il mercato non è quasi mai presente sotto le Due Torri e questo aspetto influisce negativamente sul morale dell’intero gruppo, passando per Bigon e Fenucci, colpevoli di una campagna acquisti alquanto indecorosa dovuta, però, ai pochi fondi economici messi a loro disposizione. Insomma, le cose non funzionano a livello generale.                                                                                                   

Inoltre, a livello di organico, non vedo come questa squadra possa considerarsi superiore a quella del campionato precedente, quando al posto di Nagy e Krejci vi erano, rispettivamente, Diawara e Giaccherini, ora entrambi al Napoli. Vero che non sono solo due pedine a fare la differenza, ma è assai complicato sostituire la duttilità del guineano e la precisione sotto porta dell’ex Juve. Le carenze in attacco sono evidenti, così come sono sotto gli occhi di tutti le lacune difensive. Aggiungiamoci i numerosi infortuni che hanno colpito più volte Verdi, Destro, Sadiq, Gastaldello, Donsah, Taider, Helander, Maietta e chi più ne ha più ne metta (fa anche rima). Anche questi ultimi hanno pesantemente gravato sui risultati sfavorevoli e sul rendimento condito da pochi alti e troppi bassi. Purtroppo, come se non bastassero gli altri fattori, anche la sfortuna ha deciso di scagliarsi sui rossoblù, peggiorando la situazione. E, perché no, mettiamoci pure alcune discutibili decisioni arbitrali che, forse, hanno contribuito a compromettere il cammino, difficoltoso già di suo, del team bolognese. In questo momento ci sta girando tutto storto e, ahimè, contro questi crucci non è semplice spuntarla.                                                                                                         

Mi auguro che il Bologna riesca a cambiare rotta, ritrovando la propria identità smarrita e il coraggio che gli è mancato soprattutto in queste ultime partite, poiché è inammissibile una condotta di questo genere, anche se la salvezza è già in cassaforte da circa un mese a questa parte. La maglia che si indossa va onorata fino in fondo, senza nessuna giustificazione. Ragion per cui, gambe in spalla, testa china e pedalare!                 

ALESSANDRO RENI