editoriale

4 Marzo 1943

Un piccolo e personale omaggio al grande Lucio Dalla.

Matteo Ragazzi

Se per Manzoni è il 5 Maggio, per tutta Bologna è il 4 Marzo.

La prima data rappresenta la morte, la seconda la vita: in fin dei conti due illusioni che si intrecciano ripetutamente. E anche per esigenze di editoriale si è scelta la data di oggi anziché il primo marzo, ma non solo e dopo capirete. Forse perché, inconsciamente, la certezza di un inizio è più rassicurante di una fine piena di incognite e domande irrisolte, e forse irrisolvibili.

Se l'obiettivo dell'ode partorita dal celebre scrittore milanese non è tanto glorificare la figura leggendaria del generale francese, né suscitare commozione per la sua morte, quanto sviluppare una riflessione personale sui limiti dell'agire umano e sull'immensità della Divina Provvidenza, questo non può che rappresentare un omaggio sentito ad un uomo, prima che un grande artista, innamorato della propria città, della propria gente, dei propri colori. Tu non mi basti mai.

Il legame che ha legato e continua a legare Lucio Dalla a Bologna è inspiegabile: magnetico, indissolubile, inscindibile come e più di un atomo.

Flashback: 4 Marzo 2012, Bologna – Novara. La partita venne spostata alle 18:30 vista la concomitanza con il funerale dell'artista. In quel momento non conoscevo Lucio Dalla, musicalmente parlando, e ignoravo anche quel legame magico di cui sopra parlavo con la città di Bologna. Stupidamente aggiungerei. D'altronde a 19 anni fatichi ad apprezzare un musicista che piace anche a tua nonna, addirittura godi immensamente a fare il bastian contrario. Arrivando allo stadio noto centinaia di persone in lacrime e le domande iniziano a fioccare nella mia testa, le prime avvisaglie di ciò che dopo avrei provato. Il Renato Dall'Ara assume un'atmosfera surreale, spettrale. Un cimitero di oltre 20.000 anime sente risuonare a lungo i brani più famosi di Lucio e il buio della sera aiuta creare quell'aria mistica che solo chi ha vissuto di persona quella notte può comprendere. Non capisco più niente, o meglio capisco improvvisamente tutto. Minuti di silenzio, interrotti solo da applausi infiniti: il pre-partita più lungo della mia vita. Ero un corpo estraneo, esterno a tutto quel dolore e di colpo mi ci ritrovai tuffato dentro. Compresi il perché e il valore di tutte quelle lacrime e di quel dolore: capii che non è sufficiente essere semplici tifosi e realizzai la connessione, amare senza appartenere è nulla. Puoi amare una squadra senza sentire l'appartenenza ad un territorio, a dei valori comuni? Mi scoppiò qualcosa dentro, la mia mente si spalancò come mai prima. La rete di Acquafresca, verso il finire dei 90 minuti, la vidi come una liberazione generale, un bisogno di urlare e sgombrare il peso opprimente di quei giorni. E come un segnale divino, come se Lucio in quel momento stesse guardando la partita. La sera dei miracoli.

E dal 4 Marzo 2012 fu un crescendo inesorabile. Quanto tempo ho buttato ignorando qualcosa di così grande? Lo capisco oggi ogni volta che metto piede a Bologna, rimango estasiato dalla bellezza della mia città, una sorta di amore incondizionato. Non che prima ne fossi indifferente sia chiaro, ma cambiando il punto vista cambia anche la prospettiva, la luce. E la musica, la musica. La poesia di Dalla è contemporanea e più attuale che mai. Quel 4 Marzo mi ha cambiato e sicuramente per altri come me è stato lo stesso.

Il 4 Marzo 1943 ha cambiato Bologna.

Caro amico ti ho scritto, ciao Lucio!