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Il mercato di Corvino: senza svenarsi per dare la caccia alla A

di Manuel Minguzzi Sei sono i nuovi acquisti targati Pantaleo Corvino a fronte di 10 cessioni. Tra gli esuberi, i più gravosi sul bilancio sono rimasti ma il nuovo Ds rossoblù è riuscito a rinforzare la rosa senza gravare sul...

Redazione TuttoBolognaWeb

di Manuel Minguzzi

Sei sono i nuovi acquisti targati Pantaleo Corvino a fronte di 10 cessioni. Tra gli esuberi, i più gravosi sul bilancio sono rimasti ma il nuovo Ds rossoblù è riuscito a rinforzare la rosa senza gravare sul bilancio relativo a questo esercizio. Diciamo che per il Bologna si tratta solo di accollarsi gli ingaggi dei neo arrivati, tutto il resto andrà "addebitato" al bilancio della prossima stagione. In questa sessione di mercato Corvino ha speso 900mila euro per il cartellino di Mancosu più i 500mila per quello di Gastaldello (gli altri sono prestiti): totale di un milione e 400mila euro per portare al Bologna sei acquisti utili per la caccia alla promozione. Discorso diverso a giugno, in cui il Bologna se vorrà esercitare il diritto di riscatto sui nuovi arrivi dovrà sborsare quasi 10 milioni di euro. Corvino ci penserà a tempo debito perché l'unico obbligo di riscatto è quello di Mbaye a 2 milioni e 750mila euro. Gli altri? Sansone a poco più di un milione e Krsticic a circa 4. Sarebbe andata diversamente se a Bologna fossero arrivati Giovinco e Ilicic, i quali a giugno avrebbero assorbito dalle casse rossoblù dai 13 milioni di euro in su. Probabile che i denari risparmiati su questi due acquisti possano essere investiti in estate per Marko Pjaca (su cui ci sarà da battere una folta concorrenza europea) e anche su Gregoire Defrel su cui il Bologna ha un discorso avanzato con il Cesena per luglio, quando la società romagnola sarà chiamata a monetizzare. Bisognerà parlare con il Parma ma la situazione ducale offre terreno fertile. A maggior ragione se entrambe dovessero retrocedere. Facendo in conclusione un paio di conti della serva, tra cessioni, buonuscite e acquisti, Corvino si avvicina al saldo zero tra entrate e uscite, riuscendo nella missione di rinforzare l'organico senza produrre ulteriori scompensi al bilancio di questo esercizio che prevede perdite in doppia cifra. Appare chiara una cosa, sfumando competenza, conoscenze e dinamiche del mercato, si possono fare ottime operazioni anche solo sfruttando la ritrova credibilità di un Bologna tornato solido a livello societario. Tutti aspetti impossibili da mettere sul piatto con la gestione precedente.