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Warriors di un altro pianeta, per Belinelli e i Kings sconfitta senza storia

di Tommaso Rocca

Redazione TuttoBolognaWeb

La più forte squadra NBA di quest’anno e che solo il tempo ci potrà dire di quante stagioni ancora. Un record attuale di 29 partite vinte ed una sola sconfitta che sta scomodando la storia ed i record ogni epoca della lega professionistica più famosa del mondo. Non era certo nella gara contro i Golden State Warriors che Sacramento poteva riprendere la sua corsa all’ottavo posto della Western Conference ma la facilità con cui Steph Curry e compagni continuano a raccogliere vittorie merita una certa attenzione da parte di tutta l’NBA del passato e del presente. In casa, nella baia di San Francisco gli Warriors hanno vinto 15 gare senza perderne una, giocano un basket innovativo fatto di un ottima chimica di squadra ed esaltato da un trio di giocatori atipici nei rispettivi ruoli ma dominanti se andiamo a scorrerne le cifre.

Il play è Stephen Curry, giocatore sensazionale e non a caso MVP della scorsa regular season e capocannoniere per distacco della lega in questa stagione. La guardia, Klay Thompson sta tirando con percentuali inverosimili da tre punti e migliora ogni giorno in difesa. Un lungo che poi per caratteristiche fisiche troppo lungo non è come Draymond Green che è capace di sfornare oltre 7 assist a partita, raccogliere oltre 10 rimbalzi e infilare oltre 2 triple di media ogni gara. Basterebbe questo per far capire la differenza tra Golden State e tutto il resto della lega, lontana anni luce dalla pallacanestro che gli Warriors giocano ogni volta che scendono sul parquet. Ieri sera i malcapitati avversari alla Oracle Arena erano i Sacramento Kings di Marco Belinelli, sconfitti 122-103 ma quasi mai in partita contro i campioni in carica detentori dell’anello. Curry ha sfoderato una prestazione da MVP qual è con una tripla doppia a referto fatta di 23 punti 10 assist e 14 rimbalzi, seguito a ruota da Klay Thompson (29 punti con 5 triple) e Draymond Green (25 punti, 8 rimbalzi e 5/7 da tre). Obiettivamente troppo per una Sacramento ancora in cerca della propria identità e che ha visto mancare i propri giocatori chiave visti i soli 7 punti di Cousins (poco in campo per problemi di falli), i 17 con brutte percentuali di Rudy Gay (6/16) e uno spento Marco Belinelli impegnato in difesa e poco preciso al tiro (1/4 per soli 3 punti nella sua gara).

La super prestazione dell’israeliano Omri Casspi (36 punti, massimo in carriera con 9/12 da tre) non è bastata ai Kings per restare in gara e già all’inizio del quarto quarto il divario tra le due formazioni era diventato incolmabile viste anche le prestazioni al tiro delle due squadre lungo tutta la serata (Sacramento ha chiuso con il 38% dal campo contro il 49% degli Warriors). Nel finale, giocato in gran parte con le panchine dalle due formazioni visto il risultato già acquisito nei Kings si è visto in campo anche Seth Curry, fratello più giovane di Steph che ha messo a segno 7 punti nella prima sfida in NBA contro il fratello. Per Sacramento l’ultimo posto utile per disputare i playoff si allontana così a 3 vittorie e raggiungerlo vorrebbe comunque dire dover affrontare questa Golden State (prima per distacco e lanciata verso la riconferma del titolo) al primo turno di postseason, scenari non troppo rosei per i biancoviola di coach George Karl. Ora Belinelli e compagni chiuderanno mercoledì 30 ospitando la cenerentola Philadelphia, un occasione per rilanciarsi dopo una sconfitta e poter guardare al futuro ed al nuovo anno con un po’ più di fiducia.