basket

Cazzola: “Il derby è un film. Io e Seragnoli ci siamo incontrati…”

L'intervista al Corriere di Bologna di Alfredo Cazzola

Redazione TuttoBolognaWeb

Derby da film

—  

Anche per l'ex presidente Virtus il derby di Bologna è una partita a parte:

"Solo i bolognesi sanno quanto vale, è una partita a sè. Quando entrai nel basket non sapevo nulla del gioco, nessuno mi aveva parlato del derby perché la Fortitudo era in A2. Imparai cosa fosse quando Seragnoli la portò in A e noi conquistammo il primo scudetto. Era il 1994. Il mio primo derby fu in Coppa Italia, c'era attesa come ora perché non si giocava da un po'. Il palazzetto era pieno, ai tifosi Effe riservammo 100 biglietti ma entrarono più persone e ci furono problemi. Vincemmo di 41, il più alto scarto della storia del derby".

Rivalità

—  

Da lì è partita una grande rivalità:

"A fine anni '90 le due formazioni avrebbero potuto giocare in Nba, si è creato un livello di tensione massimo e se non ci fosse stata questa competizione cittadini sia Virtus che Fortitudo non sarebbero arrivate ad altissimi livelli europei. Poi nel basket uno vince e l'altro perde, questo aspetto non fa parte della nostra cultura che spesso è basata sul compromesso, in quel periodo bastava guardare lo sguardo di un passante per capire se fosse virtussino o fortitudino".

Seragnoli

—  

"Io cercavo di buttarla sulla goliardia, lui era più severo. Una volta mi disse che da piccolo aveva sofferto vedendo la Virtus vincere, sorrisi pensando alla sofferenza di chi cresce nella famiglia più ricca della città. Allora pensai ad una pagina pubblicitaria con la scritta che noi virtussini avevamo avuto una infanzia felice. Alcuni fortitudini sostennero che per carattere sarei stato perfetto per fare il presidente della Effe".

Danilovic e Myers

—  

"Danilovic è stato il simbolo di quella squadra, in casa ho una sua foto nella quale guarda verso l'alto stringendo lo scudetto sulla maglia come a dire 'noi siamo i campioni'. Nella Fortitudo c'era Myers, lo avevo preso da Rimini perché pensavo sarebbe stato perfetto per il dopo Danilovic, l'idea era farlo andare un anno in prestito a Livorno ma lui non accettò. Divenne il nostro più grande avversario prima con Pesaro e poi con la Effe. Sottolineo però che alla sua festa di addio a San Patrignano mi invitò e io andai molto volentieri".