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Scheda tattica: La Roma di Zeman

Sul mitico 4-3-3 di Zeman è già stato detto e scritto probabilmente tutto, ma per i più appassionati di tattica può essere utile un veloce ripasso. Il tecnico boemo non ha quasi mai cambiato la sua scelta tattica...

Redazione TuttoBolognaWeb

Sul mitico 4-3-3 di Zeman è già stato detto e scritto probabilmente tutto, ma per i più appassionati di tattica può essere utile un veloce ripasso. Il tecnico boemo non ha quasi mai cambiato la sua scelta tattica affermando giustamente che questo è il modulo che gli permette di coprire meglio il campo. L'unica eccezione alla regola è recente e risale alla gara di Coppa Italia della settimana scorsa contro la Fiorentina, ma certamente resterà un caso isolato. Il gioco di Zeman parte dagli elevati carichi atletici di allenamento che consentono ai suoi giocatori di diminuire notevolmente i tempi di recupero durante la gara e li rendono sempre tutti pronti a partecipare alla costruzione dell'azione. Ogni singolo atleta infatti deve proporsi in avanti smarcandosi e offrendo ai compagni una valida alternativa di passaggio (si dice che per il portatore di palla ce ne siano sempre tre), ma in particolare sono i terzini Piris e Balzaretti a salire a centrocampo non appena la Roma recupera il possesso del pallone. Il 4-3-3 permette infatti di sfruttare la superiorità numerica sugli esterni creando pericolose terne offensive formate dal difensore laterale, dal centrocampista e dall'attaccante esterno: nella formazione tipo Balzaretti-Florenzi-Totti sulla sinistra e Piris-Bradley-Lamela sulla destra. In fase di non possesso invece la prima strategia è il pressing che inizia sempre sulla linea di metà campo ma a volte si spinge fino all'area di rigore avversaria. Ovviamente in questo modo il dispendio energetico è decisamente elevato e quindi aumenta il rischio di black-out generali durante i quali è possibile ripartire trovando la Roma sbilanciata e affrontando spesso i due centrali Castan e Marquinhos in uno contro uno. A parte la tattica, il gioco di Zeman si basa fondamentalmente sul ritmo e quindi ha ovviamente in ogni interruzione del gioco il suo primo nemico. Paradossalmente anche l'intransigenza del tecnico boemo alla lunga diventa un limite per la squadra visto che a volte vengono stravolti i valori tecnici pur di non modificare la disposizione dei calciatori: non vedremo infatti mai entrare un difensore per un attaccante neanche al 90esimo.